ITALIAN WAY OF METAL 

 

 

 

SYNTHESIS "Sinthetic History" (Andromeda Relix)

 

 

 

 

 

Chi si trova in una situazione analoga alla mia(ritrovarsi "metallari" a

poco più di vent'anni senza la fissa del metal estremo, con una

sorta di amore viscerale per le sonorità della "vecchia guardia") ha spesso

la sensazione di essersi perso un qualcosa di magico non avendo vissuto

quell'epoca e che per quanto ci si possa sforzare si resterà sempre

all'oscuro di quella magia, di quel magma palpitante di band, molte anche

meravigliose seppur sfortunate, che ribolliva sotto la superficie composta

dai gruppi di maggior successo..

Da quando ho per le mani il cd di questi Synthesis (Titolo "Sinthetic

History") la sensazione ha assunto sempre più le caratteristiche di una

certezza..Già, perchè i Synthesis, band di Terni attiva sin dal lontano '78, io non li avrei mai nemmeno conosciuti se non fosse stato per l'Andromeda Relix (e per la passione di chi la anima-) che si è presa la briga

di pubblicare questo loro debut-album (prima di questo soltato qualche

partecipazione a compilation e qualche demo). E sarebbe stato davvero un

peccato, giacchè questi Synthesis sono una band davvero fenomenale..Una voce meravigliosa, molto acuta,ma dolce e passionale (Roberto Casini), una coppia di chitarristi "infuocati" (Alessandro Mechelli e Giulio Rossi) ed una

sezione ritmica di prim'ordine (Max Evangelisti al Basso e Roberto Uccellini

alla Batteria).

 

La prima canzone "Iron Town" è forse una delle più esemplificative dello

stile della band, un class metal che molto deve ai Dokken, riletti comunque

con originalità, con riff per così dire "cromati", molto raffinati ma anche

molto "metallici", una voce che ti incanta fin dalle prime note, un uso

sapiente delle chitarre armonizzate (che ci accompagnerà per tutto l'album)

ed una parte un po' più tirata a circa 2/3 della canzone, su cui si innesta

l'assolo..Difficile ipotizzare un inizio migliore..

Si continua con lo stesso registro con la seconda canzone "Liberi e Soli",

in cui i Nostri si cimentano in quello che avevano definito "un

esperimento", ovvero il cantato in Italiano; forse la voce risente un pelino

(ma solo un pelino) dell'abitudine di cantare in inglese, ma è davvero

difficile a conti fatti non farsi prendere dalla melodia e dal ritmo, mentre

l'uso della nostra lingua per i testi le dona originalità e maggiore

piacevolezza..Esperimento riuscito!!Ora aspettiamo un seguito

all'esperimento!

 

Dopo una breve intro comincia la terza canzone, "Incipit Vita nova"(non

preoccupatevi, non è in latino..qui ritorniamo al cantato in inglese) che

prosegue il viaggio in queste atmosfere sognanti intrapreso con le prime due

canzoni; qui troviamo tra l'altro uno degli assoli di chitarra che più mi ha

colpito, nonostante la sua semplicità..

Ci lasciamo così traghettare verso la prima ballata vera e propria, "Another

Farewell", dolce e struggente come solo una ballad rock sa essere, in cui la

voce di Roberto Casini raggiunge vette di Pathos se possibile ancora più

elevate rispetto alle precedenti canzoni..Un break un pelino più duro in

corrispondenza dell'assolo per poi avviarsi verso il finale, incantati dagli

acuti di Roberto..e qui quasi quasi una lacrimuccia rischia di scapparci

(vestiremo pure di pelle e borchie, porteremo pure magliette con mostri,

teschi etc, però sotto sotto siamo dei romanticoni anche noi metallari,

vero?)

Stiamo ancora indugiando a farci cullare da quelle dolci note quando di

punto in bianco "Firebound" ci esplode nelle orecchie con tutta la sua

energia. Preceduta da un'intro "regale" di chitarre armonizzate questa è

proprio la canzone che non ti aspettavi in un album del genere; tappeto

ritmico indiavolato, riff velocissimi e voce che sebbene non si incattivisca

(per fortuna!è troppo magica così com'è) irrora di energia il brano..Quasi

da Headbanging!! Tutto ciò fermo restando l'ottima linea melodica, marchio

di fabbrica dei Synthesis.Da infarto poi l'assolo, che si attacca in

corrispondenza di uno degli acuti di Roberto, con tempismo perfetto..

 

Una botta di energia in grado di svegliare anche i cadaveri!!

Le ultime note della chiusura del brano riecheggiano nello stereo e sotto

sotto penso che sarà difficile ritrovare un momento così coinvolgente

nell'album..Nulla di più sbagliato!!La successiva "Spell of the Night" è

un'altra bomba.Lo stile è completamente diverso dalla precedente canzone, il

ritmo e ponti di chitarra tra le strofe sono di quanto più ruffiano si possa

ipotizzare (anche se siamo ben lungi dalla banalità), il tutto condito da un

basso molto poco metal nell'approccio e un ritornello che canta "it's only

for youuuu!"..Dettà così può sembrare l'incubo di ogni rocker, ma sfido

chiunque a non farsi conquistare da questa canzone, ad ascoltarla senza

muovere almeno una parte del corpo a ritmo, a non canticchiare quel

ritornello (corde vocali permettendo) sotto la doccia!!Stupendo a mio avviso

il lavoro di basso di Max Evangelisti, che interpreta meravigliosamente la

canzone (gran parte del suo fascino deriva anche dallo stupendo giretto che

ha saputo costruirci sotto)

Dopo sei canzoni è anche giusto concedere un po' di riposo alla soave ugola

di Roberto ed ecco che la "voce" passa a Giulio Rossi per questa settima

canzone "Electric Caprice".

 

Ho messo "voce" tra virgolette perchè questa

canzone è strumentale, però non potevo non usarla come parola dato che qui

la chitarra di Giulio letteralmente "Canta", sostenendo quelle che

normalmente sono le linee melodiche del cantante e lanciandosi in un assolo

continuo sopra un tappeto musicale lanciatissimo, come e forse più che in

"Firebound".Davvero un gioiello questa canzone, e se poi vieni a sapere che

è stata registrata dal vivo(!) il passo dallo stupore all'ammirazione più

profonda è veramente breve.

Ora Roberto torna di nuovo a cantare e ad incantarci con "Liar", seconda

ballata dell'album, struggente e strappalacrime al pari della prima..Non c'è

che dire, sono davvero dei maestri nelle canzoni d'amore.

Le ultime due canzoni dell'Album, "Asylum" e "The Light" sono più datate

rispetto alle altre(la prima era inclusa nella raccolta "Not Just Spaghetti

and Mandolini" dell'88, mentre la seconda era parte di "Metallo

Italia"dell'84) e ci mostrano una band molto più giovane e con uno stile

molto più metal..Sono entrambe due canzoni sparatissime, molto godibili,

oltre ad essere una testimonianza dell'evoluzione stilistica del gruppo.

L'edizione dell'Andromeda Relix è impreziosita, oltre che da un bel libretto

che racconta brevemente la storia del gruppo (peccato forse che manchino i

testi) anche da due tracce video; la prima è una versione dal vivo di Spell

of the Night(sempre bella), mentre la seconda è lo spassosissimo video di

"The Light", tratto dalla fantomatica versione video di "Metallo Italia".

 

Non sto qui a dar voti, la musica è passione e la passione non la si mette

ai voti..Al massimo si può fare un bilancio e il bilancio che faccio è

quello di un album bellissimo, di una band davvero in gamba, con tanta

voglia di fare e con tanta tanta passione..Facendo un semplice conto ci sono

voluti loro ben 27 anni per pubblicare 1 album..Se non è passione e tenacia

questa!!!

 

Mi permetto anche di consigliare se possibile di andare a vederli dal vivo,

dove ogni membro della band (compreso il cantante, cosa non molto frequente)

riesce ad aggiungere qualcosa-anzi, molto-all'interpretazione dei brani

(oltre a trovarsi di fronte a persone molto gentili e disponibili).

 

Vorrei concludere con dei ringraziamenti, che forse sembreranno adulazione,

ma che sono sinceri, oltre che dovuti..

Ringrazio in primo luogo la band per le emozioni e per la cortesia, in

particolare Giulio Rossi, per l'aiuto, l'Andromeda Relix e il suo Mastermind

per avermi permesso di scoprire questo fantastico gruppo e l'associazione Artisti no Limits, per aver dato a me e a tanti altri la possibilità di ammirare   questa e altre grandi band dal vivo sul palco dell'Italian Metal Legions Attack ( http://italianmetal.nlz.it  )..

Grazie infinite per aver permesso ad un ventenne con le sue fisse di provare

almeno per qualche attimo la magia di quell'epoca.

Stay Heavy

Marco

 

Contatti: www.andromedarelix.com  

                                                                           

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