TrueMetal - Recensione 2007 Sefano Ricetti
Synthesis Live Dopo l’intro di rito, si parte all’arma bianca con Iron Town, uno dei brani che da sempre preferisco dei ternani: roccioso HM come impatto e impostazione fottutamente anni Settanta, per un flavour che difficilmente trova paragoni ai giorni nostri. Il pezzo numero tre costituisce una sorpresa assoluta, si tratta di un brano completamente in italiano che pesca a piene mani dal rock latino degli anni Settanta e Ottanta, con un’interpretazione da brivido da parte del singer Rob Casini, navigato come se fosse il David Coverdale nostrano. Incipit Vita Nova è un altro affresco metallico che non può mancare all’interno di un concerto dei Synthesis così come Another Farewell, dove il cantante ricorda molto da vicino il Bud Ancillotti più sofferto, per un brano che a livello di feeling farebbe impallidire parecchie superstar straniere ultralaccate. La loro proposta, soprattutto a livello di sezione ritmica è heavy rock senza alcun dubbio, quello che fa la differenza è il lavoro morbido delle due chitarre e della voce, che “innalza” di due spanne sopra la concorrenza il loro messaggio finale. Firebound è il brano più tirato del lotto: Synthesis=Tygers of Pan Tang! Si cala il sipario con Spell of the Night, all’insegna del divertimento, per una traccia che vi farà muovere sulla sedia anche se vi ci hanno incollato sopra con il Vinavil! L’unic’o rammarico risiede nel fatto che un live album su Cd meriterebbe ben più di sei pezzi, visto che di spazio su dischetto ottico ce n’è. Evidentemente, per qualche ragione oscura, si è optato per questa soluzione, che lascia un poco di amaro in bocca, ma tant’è. Poche le note, le foto e scarno il booklet: i Synthesis hanno voluto colpire direttamente nel segno, senza fronzoli o effetti speciali. Gli amanti del metallo italiano di classe sono avvertiti… Stefano “Steven Rich” Ricetti |
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